ATEI POCO LEALI: COME REAGIRE ALLE PROVOCAZIONI


Stefano Bertolini

Molti si comportano come Dottor Jekyll e Mister Hyde, abbandonano saggezza, cultura ed obiettività scientifica

Nella mia posizione come oratore di conferenze pubbliche, confutando l’evoluzione, sono stato esposto diverse volte alla critica e all’antagonismo, sia pubblicamente di persona, che on-line. Le polemiche sono realizzate da atei scettici appartenenti a livelli diversi della società e della sfera culturale. Le reazioni più ostili e privi di ogni sembianza di civiltà e razionalità provengono, però, dai più colti che scendono ad un comportamento emotivo e impulsivo infuocato da una rabbia e odio inspiegabile. Cosa spinge uno scienziato o ingegnere, formato da una vita alla ricerca di dati scientifici, dove regna la razionalità e l’obiettività, dove si premia la mente aperta e la voglia di valutare ogni possibile soluzione, a buttare tutto in aria e cedere ad impulsi e passioni primordiali? Bella domanda!

Uno dei problemi è che più volte che non questi atei, infuriati appena qualcuno osa mettere in dubbio la teoria dell’evoluzione, non leggono nemmeno quello che viene detto o scritto in opposizione all’evoluzione. Uno scienziato degno del suo camice da ricercatore non dovrebbe forse valutare ogni dato e possibilità di teorie migliori in modo completamente obiettivo?

Non è cosi che la scienza dovrebbe progredire? La verità è  che l’obiettività dell’analisi scientifica è sostituita da una fedeltà fanatica nella loro religione dell’evoluzione. Vi cito un esempio che purtroppo si ripete troppo regolarmente.

Nel Giugno del 2009 inizio a introdurre nell’Auditorium del Museo di Scienze Naturali di Brescia la prima conferenza scientifica di una serie di incontri, dopo solo cinque minuti una manciata di persone si alza ed esce dall’auditorio. Poco prima della fine della presentazione scientifica il gruppo rientra, si siede e pazientemente aspetta la fine della sessione in corso, poi un signore si alza ed inizia ad insultare la mia persona. Un vero attacco ad hominem, pieno d’insulti e parole diffamatorie e piuttosto volgari. Lo interrompo, e con rispetto lo chiedo di non insultare la mia persona e, se avesse da segnalare qualche errore scientifico, sarei stato contento di ascoltarlo. Però, essendo stato assente per quasi tutta la conferenza, non conosceva la mia tesi, e cosi lo invito a tornare la sera successiva, ascoltare quello che avevo da dire e poi porre delle domande sensate su quello che aveva sentito. Se, invece, non avesse domande sul contenuto o un errore scientifico da segnalare, il silenzio sarebbe stato più opportuno. L’uomo (che poi ho scoperto fosse un fisico) si sedette e non disse più una parola. A seguito delle conferenze è scoppiato in internet su vari siti evoluzionisti un vero vespaio. Fu anche pubblicata una lettera di biasimo da parte del Presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici criticando l’Assessore alla Cultura della città di Brescia per aver concesso il patrocinio dell’Auditorium  per iniziative di questo tipo di carattere antiscientifico, antistorico e anticulturale. Il presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici era presente nell’auditorium ed era cosciente del contenuto delle conferenze? La risposta la sapete già. Il contenuto non aveva alcuna rilevanza perché la polemica era aveva come unico scopo solo alimentare il pregiudizio verso chi osava mettere in dubbio la sua sacra fede nell’evoluzione.

Purtroppo, spesso gli scettici partecipano a conferenze creazioniste non per imparare o confrontarsi, ma partono in primis con l’obiettivo di creare disturbo o di screditare l’oratore. Anche persone molto colte appendono la ragione e l’educazione prima di lasciare la loro casa e arrivano alle conferenze come dei demoniaci, una vera storia di Dottor Jekyll e mister Hyde che si ripete continuamente. Nelle sessioni di Q&A sparano una domanda dopo l’altra, ma nonostante l’oratore creazionista abbia dato una buona spiegazione scientifica con le dovute referenze, non l’hanno nemmeno ascoltato per poi sparare la prossima domanda sperando di trionfare sull’avversario. In questi casi è consigliabile costringere l’aggressore a rispondere o riconoscere la risposta data e rifiutare di andare avanti fino a quando non ha capito la risposta. È importante costringerlo a pensare da se anziché rigurgitare quello che trovano su siti ateopatici.

Un consiglio che ho avuto da chi di antagonismo ateo ne sa molto più di me è di non credere tutto quello che si trova in siti atei e di ricercare ogni asserzione. A volte l’inconfutabilità di alcuni argomenti è dovuta al fatto che la questione è stata fraintesa. Il creazionista parte da una base cristiana e con questo il credente è sotto forte coercizione nell’avere come punto di riferimento costante la verità; è un principio biblico chiave. D’altra parte gli atei non sono costretti a dire la verità perché non hanno gli stessi standard morali che li costringe ad essere costantemente onesti (eccetto chi prende in prestito la moralità cristiana). Non sto dicendo che tutti gli atei sono disonesti, ma molti mentono, anche palesemente, perché il fine (promuovere il secolarismo) giustifica i mezzi a loro modo di pensare. Ci sono moltissimi casi in cui alcune teorie false sono state usate deliberatamente per promuovere l’evoluzione, come il caso degli embrioni di Haeckeli, le falene Pepperedii. Sicuramente questo pensiero ateo è coerente con la loro visione del mondo: “È accettabile usare alcune imprecisioni temporaneamente se ti aiuta a convincere i studenti.”iii, affermano alcuni evoluzionisti.iv Nella filosofia atea di un’origine della vita puramente materialista, dove il nostro cervello viene alimentato da reazioni chimiche casuali, non esiste la moralità, esiste solo la necessità di sopravvivenza.

I cristiani tendono a essere piuttosto naif quando si tratta di strategie e tecniche di dibattito e persuasione. Come cristiani cerchiamo di essere veritieri e presumiamo che altri facciano gli stessi sforzi per essere onesti. Inoltre presumiamo che i nostri antagonisti giochino in modo leale, dove si rispetta il prossimo e non si usano tecniche scorrette. Tuttavia è meglio ricordarsi che si tratta di un dibattito filosofico, e un comportamento civile non è scontato. Se non crediamo in un Creatore allora siamo liberi di agire come si vuole, perché non bisogna rispondere a nessuno per le nostre azioni. Nonostante questa filosofia materialista, vorrei sottolineare che per la maggior parte ho incontrato antagonisti atei molto educati e rispettosi e sono una minoranza quelli che ricorrono volutamente al gioco sporco, agli attacchi ad hominem e a sovvertire le verità scientifiche . Peccato che poi molti altri esprimono teorie false completamente ignari dell’errore che stanno propagando. Personalmente non dedico tempo a blog e forum di dibattito perché dietro lo schermo anonimo dall’altra parte del web Mr.Hyde ha troppa libertà di espressione e non è minimamente interessato alle mie risposte. Il mio tempo è troppo prezioso, è meglio dedicato in modo costruttivo a informare il grande pubblico sulla questione delle nostre origini perché ha conseguenze eterne.

CONTRADDITTORIO? QUANDO VOLETE COME SEMPRE!


Certamente non mi aspetto sorrisi e abbracci ogni qual volta vi è un convegno pubblico sulla teoria di Darwin organizzato dal mondo anti evoluzionista assieme ai creazionisti; certe considerazioni, però, sono ridicole come diverse pretese materialiste di spiegare la natura e la vita. Non stupisce quindi il pezzo a firma di Emanuele Chesi sul Resto del Carlino di Cesena di sabato 25 ottobre, non stupisce nel senso che sappiamo di avere un nemico molto agguerrito e pronto ad attaccarci e sappiamo che le sue armi non sono MAI di sostanza. Il tentativo è ormai ben conosciuto: invece di dimostrare che in questi convegni si fanno errori scientifici, il tentativo è quello di delegittimare i relatori. Ma il giornalista del quotidiano sa di cosa parla? È preparato sull’argomento? Ecco sa scrive ad un certo punto:

“ la teoria di Darwin … unanimemente accettata dalla comunità scientifica”

Per il giornalista, quindi, tutti gli scienziati sono d’accordo… Come sappiamo questa è la peggiore delle stupidate possibili in questo tipo di discorso sugli antievoluzionisti, Ribadisco subito che il neodarwinismo non è accettato da tutti gli scienziati, anzi sono in continuo aumento quelli che si allontanano e prendono le distanze dall’ipotesi sviluppata da C. Darwin come si può facilmente verificare tramite una breve ricerca sul web. Inoltre non ha senso l’affermazione; la Scienza (con la S maiuscola, cioè quella che noi definiamo vera e non speculativa come il neodarwinismo) non segue la logica numerica di maggioranza ma quella sperimentale ed empirica. Quindi, la comunità scientifica può essere (e non lo è) composta da tutti gli scienziati esistenti, ma non è il numero a dare validità alla tesi sostenuta, la veridicità di una ipotesi come di una teoria è la sua prova sperimentale ed empirica e ad oggi non vi è nessuna prova oggettiva a sostegno delle tesi dei teorici del neodarwinismo.

Il nostro autore dell’articolo continua:

“…né un biologo né un genetista, neanche uno zoologo”

Anche questa affermazione è irrilevante e credo che tutti, pensandoci bene, comprendano l’insensatezza di contenuto di questa considerazione. Già domenica 26 ottobre a Milano vi è stato un doppio incontro di un biologo creazionista in tour in Italia: Philip Bell. L’elenco di biologi e gentisti non darwinisti è lungo e in Italia abbiamo Enzo Pennetta sempre pronto e preparato.

Continuando si legge  che:

“In un quadro simile, e in mancanza di un contraddittorio con scienziati…”

Il giornalista, probabilmente inesperto sull’argomento, non ha verificato bene sul web in quanto avrebbe scoperto che vi sono stati contraddittori anche in Italia, uno organizzato dal UAAR:

DARWIN DAY UAAR A MILANO
Giovedì 12 febbraio, ore 20.30
Casa della Cultura, via Borgogna 3, Milano
dibattito su Evoluzione della specie e intelligent design: tra etica, ricerca scientifica e fede religiosa
Intervengono:
Silvio Viale, medico, Associazione Luca Coscioni
Augusto Vitale, etologo e saggista
Armando Massarenti, responsabile pagina “Scienza e Filosofia” de Il Sole 24 Ore – Domenica
Stefano Giliberti, ingegnere, Associazione Studi sulle Origini
Fabrizio Fratus, sociologo e saggista
Ferdinando Catalano, fisico e saggista
Moderatore Fabrizio Amadori

E altri organizzati dall’associazione presieduta da Stefano Bertolini e cioè dall’A.I.S.O., a Milano è intervenuto il dott. Roberto Verolini, sostenitore delle tesi darwiniste come a Roma dove insieme a lui era presente anche il dott. Aldo Piombino. Ma se Emanuele Chesi avesse verificato bene avrebbe scoperto che sono gli studiosi dell’evoluzionismo che non vogliono confronti arrivando a “minacciare” professori disponibili al dibattito di fare perdere loro la cattedra come riportato da Libero: All’Università di Bergamo ingresso vietato ai creazionisti: https://antidarwin.wordpress.com/2009/10/06/salta-il-dibattito-su-darwin/

Con una piccola ricerca, il giornalista, sarebbe arrivato sulle pagine del quotidiano on line la Voce d’Italia scoprendo un interessante ciclo di interviste a evoluzionisti come ad antievoluzionisti, invito tutti ad andare a a verificare la sostanza di quanto affermato dai diversi intervistati. Oltretutto, proprio in quella occasione, vi fu la sfida pubblica di Stefano Bertolini a Marco Ferraguti professore di biologia evoluzionista presso l’università di Milano di un dibattito/contraddittorio… Sfida caduta nel vuoto in quanto i teorici del neodarwinista sanno bene di non avere risposte alle considerazioni e alle prove che vengono presentate dagli anti evoluzionisti: http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=80295&corr=1

Come sempre, noi, siamo pronti a qualsiasi dibattito e confronto di tipo scientifico, storico e sociologico sulla grande frode del neodarwinismo.

http://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/convegno-antievoluzionista-col-patrocinio-del-comune-1.336745

Cesena, 25 ottobre 2014 – «Quale verità sulle origini della vita?»: il titolo della conferenza pubblica in programma oggi alle 17alla Malatestiana è abbastanza generico da non suscitare sospetti. I promotori della Chiesa Cristiana Avventista sono sicuramente brave persone. Più problematico è il riferimento, sul manifesto che pubblicizza l’evento, agli enti che collaborano: ‘Evoluzione scientifica’ e ‘Comitato antievoluzionista’.

A parte l’uso disinvolto di una neolingua di orwelliana memoria, suscita qualche perplessità in più il simbolino di una scimmietta barrata. Come dire: stop a Darwin. Sì, perché lo si capisce chiaramente dai relatori, l’iniziativa ha una decisa intonazione antievoluzionista. Ossia indirizzata a criticare la teoria dell’origine della vita (e dell’uomo) unanimemente accettata dalla comunità scientifica. I convegnisti sono Fabrizio Fratus (sociologo), Ferdinando Catalano (fisico) Francesco Arduini (storico), Stefano Bertolini (ingegnere). Significativamente: né un biologo né un genetista, neanche uno zoologo. Si tratta di quattro sostenitori – sia pure con diversi accenti – di teorie antievoluzionistiche, creazioniste o legate al cosiddetto ‘disegno intelligente’. Teorie che basano l’origine della vita sulla lettura ‘integrale’ della Genesi biblica oppure sull’idea che l’evoluzione verso l’uomo sia stata comunque guidata dalla mano di Dio. Teorie che non godono di nessuna considerazione presso la comunità scientifica internazionale e che soprattutto negli Stati Uniti sono legate a doppio filo a movimenti integralisti o di estrema destra.

In un’intervista Ferdinando Catalano, testimone di Geova ed esperto di ottica, racconta che il suo interesse per il creazionismo è nato «dalla mia personale esigenza di verificare il racconto della Creazione alla luce delle acquisizioni scientifiche. Senza una buona dose di onestà intellettuale, non avrei superato il forte pregiudizio nei confronti del racconto biblico della Creazione. Mi stupivo ogni volta di più dell’inconsistenza delle mie precedenti convinzioni e della forte aderenza del Genesi alle evidenze empiriche». In un quadro simile, e in mancanza di un contraddittorio con scienziati, appare alquanto singolare il patrocinio del Comune di Cesena e l’annunciato saluto dell’assessore alla cultura Christian Castorri.

Emanuele Chesi

GLI ANIMALI EVOLVONO?


Gli animali si sono evoluti da esseri semplici a più complessi? Come è possibile visto che la scienza ha pienamente dimostrato che non esiste il concetto di semplicità per gli esseri viventi.

Anche l’essere più semplice ha una complessità irriducibile.

Visto la complessità esistente in ogni essere vivente, anche il più semplice, da cosa si sarebbero evoluti gli animali?

Forse sarebbe il momento di uscire dal paradigma neodarwinista a cui manca un’origine e soprattutto non ha la minima credibilità scientifica.

24 gennaio 2013 – ore 21.00 –

ARDEN

Via Borghetto 33 – DESIO

Relatori:

 Stefano Bertolini

Fabrizio Fratus

Ingresso libero

Per info: 02/6127740

Il prof. Marco Ferraguti “toppa” ancora.


Ieri ho pubblicato un ottimo articolo del prof. Enzo Pennetta che faceva notare gli errori compiuti dai neodarwinisti nell’interpretazione dei dati scientifici. L’ottimo Pennetta, attentissimo a tutte le ricerche e notizie che vengono divulgate dalla “nomenclatura evoluzionista”, è sempre pronto all’analisi critica che spesso inchioda gli scienziati materialisti.

Nel caso dell’articolo che ho presentato ieri, l’errore non è stato compiuto da parte di un personaggio qualunque ma da un pezzo da novanta del neodarwinismo italiano: il prof. Marco Ferraguti, cattedra di biologia evoluzionista all’Università Statale di Milano, che non è nuovo a “scivolate” di questo tipo.

Un episodio simile era avvenuto durante l’intervista su la Voce d’Italia e, in quel caso, fu Stefano Bertolini, presidente dell’associazione A.I.S.O. (Associazione Studi sulle Origini) a riprendere Marco Ferraguti e ad invitarlo ad un confronto pubblico sul neodarwinismo, mai organizzato proprio per la mancata volontà di Ferraguti nel partecipare al dibattito.

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=80295&titolo=Il%20Prof.%20Bertolini%20sfida%20il%20Prof.%20Ferraguti%20sull%92evoluzionismo%20%93Andiamo%20a%20dibattito%94-

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=80234&titolo=Prof.%20Ferraguti:%20%27Chi%20non%20crede%20nell%27evoluzione%20rifiuta%20la%20Storia%27&imm=0

A Milano, da domani, si svolgerà un importante festival sulla biodiversità, il prof. Marco Ferraguti sarà presente domenica 16 settembre 2012 presso la cascina centro parco (Parco Nord Sesto San Giovanni) alle ore 18.00 per l’incontro “cicchetto naturalistico evoluzionistico” e noi, del comitato anti-evoluzionista,  potremmo andare a porre qualche domanda al professore. Ci sarà finalmente l’occasione per il confronto, forse utile anche a chiarire le idee al Prof. sull’evoluzione della specie, sul DNA spazzatura, sulla falsificazione scientifica.

Il Prof. Bertolini sfida il Prof. Ferraguti sull’evoluzionismo: “Andiamo a dibattito”


Da quando prendere una posizione contraria alla teoria scientifica dominante rende uno antiscientifico de facto?

 

L’antievoluzionista crede assolutamente nella storia della vita, semplicemente la sua storia ha un racconto diverso

Dopo l’intervista al Prof. Ferraguti, si è acceso fortemente il dibattito in merito al tema delle origini della vita. Tante le sollecitazioni ricevute dalla nostra redazione, che ha scelto di dare spazio al presidente dell’A.I.S.O. (Associazione Italiana Studi sulle Origini) Prof. Stefano Bertolini.Particolarmente interessante l’invito a venire in pubblico per un confronto scientifico su quanto ha sostenuto nell’intervista e le prove realmente verificabili.La prima domanda posta al Prof. è la seguente: Vede in crescita (quantitativa e /o qualitativa) il dibattito sulla teoria evoluzionista a livello globale e nel nostro Paese? “Credo che il dibattito sull’evoluzione sia in continua crescita in quanto negli ultimi decenni si è scoperto che la vita e la sua complessità sono specifici, cioè non è dimostrabile e perciò pressoché impossibile che si sia sviluppata ed evoluta come descritta dagli scienziati evoluzionisti; sempre più scienziati si rendono conto che l’evoluzione non riesce a spiegare adeguatamente quello che risulta dalle loro ricerche.
Anche l’attività anti-creazionista da parte degli atei ed evoluzionisti è in crescita ed è un sintomo della caduta dei pilastri dell’evoluzione che si stanno frantumando. Basta solo leggere i commenti in internet su vari siti e forum che sono diseducati e spregiativi verso chi prende una posizione contraria”

A Ferraguti viene posta la seconda domanda: a suo parere quanto rileva nel dibattito e nel sostegno di una posizione evoluzionista o antievoluzionista l’essere o meno credenti?

“Il Prof. Ferraguti mi sembra dia molto peso nel definire bene i vari termini in modo da rispondere adeguatamente alle questioni in gioco e con questo concordo perfettamente. Nella scienza le basi di partenza si devono definire. Dove vedo delle opportunità di miglioramento sono proprio nelle definizioni. Non penso che esista qualcuno che consideri l’anti-evoluzionismo la presa di posizione di chi contesta lo studio dell’evoluzione. Sicuramente non si può neanche definire come chi non crede nell’evoluzione, nel fatto che la vita sulla Terra abbia avuto una storia e che la vita sia cambiata nel tempo. Sarebbe anche scorretta quest’insinuazione per i seguenti motivi:

– il primo è di aver creato un avversario di comodo facilmente abbattibile perché non rappresenta la realtà. L’antievoluzionista crede assolutamente nella storia della vita, semplicemente la sua storia ha un racconto diverso. Sicuramente esiste anche la variazione della vita, cioè variazione all’interno delle specie.
– il secondo è nel considerare l’evoluzione come un fatto indiscutibile e questo non rispetta il metodo scientifico. Si possono solo verificare con esperimenti empirici osservazioni nel presente. Per definizione l’origine della vita va presunta o inferita per mancanza di prove osservabili, e cosi non rientra nella scienza sperimentale (operativa) ma nella storia. La storia acquista credibilità solo quando sostenuto da un testimone oculare o da prove irrifiutabile. L’origine della vita non è stato osservata e nemmeno le prove a suo sostegno reggono all’indagine scientifica e per questo l’evoluzione rimane una mera ipotesi.

La giusta definizione dell’antievoluzionista è semplicemente chi non crede nell’evoluzione perché la scienza la confuta. Dire che l’antievoluzionista non crede nelle cose è inoltre scorretto perché mette in dubbio l’integrità di ogni scienziato che non sia evoluzionista, insinuando che essi rifiutano le prove empiriche delle osservazioni nel presente. Anche fra gli antievoluzionisti c’è chi e credente e chi non lo è (vedere il sito http://www.dissentfromdarwin.org), perciò non è più una questione di fede contro la scienza, ma scienza contro scienza, … o addirittura fede contro fede?”

La terza domanda: perché per alcuni la teoria di Darwin è così importante per la struttura in prima istanza della forma mentis scientifica e per altri è un “gigante dai piedi d’argilla” da abbattere?

“Credo che Darwin sia stato brillante nella presentazione della teoria sulla selezione naturale che non viene negata da chi non è evoluzionista. L’evidenza della variazione nelle specie è indiscutibile (rimaniamo chiari: all’interno di limiti ben definiti dalla specie). Darwin però ha “preso in prestito” (alcuni direbbero plagiato) molte delle sue idee sulla selezione naturale da creazionisti che l’hanno preceduto come: Edward Blyth (tre articoli importanti: The Magazine of Natural History, Volumi 8, 9 e 10, 1835–1837) e Alfred Russel Wallace (manoscritto mandato a Darwin 1858: On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely From the Original Type). Darwin ha commesso un grave errore nell’estrapolare la selezione naturale (osservazioni empiriche nel presente) come meccanismo per spiegare l’evoluzione della vita dall’abiogenesi in tutte le svariate forme conosciute oggi (presunto e senza alcuna evidenza empirica), perché sono due meccanismi molto diversi. Nessuno vuole abbattere Darwin, solo il dogma evoluzionista che rimane infondato. Quando si insegna qualcosa che è stato provato fuorviante e se lo presenta come fatto scientifico, allora c’è veramente qualcosa che non va. L’esempio sarebbero gli embrioni di Haeckel, insegnati in ogni scuola dalle media fino a livello universitario a sostegno dell’evoluzione. I scienziati evoluzionisti hanno scartato la teoria della ricapitolazione decenni fa: “La teoria della ricapitolazione è defunta.” (Stephen J. Gould, Natural History, 89:144, Aprile 1980.) “Questo è uno dei peggiori casi di frode scientifica.” (M. Richardson, The Times (London), p. 14, 11 Agosto 1997.) Ci rendiamo conto di quanto l’evoluzione non è scienza ma un dogma? Si continua ad insegnare delle note frodi, passandole come fatti scientifici”

Si passa poi ad una 4° domanda: le due critiche mosse più di frequente ai sostenitori del neodarwinismo e agli antievoluzionisti sono di essere sostenitori di un dogma ascientifico, per quanto riguarda i primi, e di non essere scientificamente preparati, per quanto riguarda i secondi. Citando anche qualche esempio, può dirci quale delle due più si avvicina a realtà? Essere antievoluzionisti significa essere antiscientisti?

“In questo caso concordo con Ferraguti nel dire che l’evoluzione consiste in una miriade di posizioni differenziate e che non è possibile definire una posizione unitaria dell’evoluzionismo. Questo ci fa capire che l’evoluzione non ha tutte le risposte, anzi, l’evoluzione solleva sempre più domande sulla sua validità. Perciò, insistere che l’evoluzione è un fatto e che chi non lo accetti sia ignorante diventa una posizione dogmatica, non vi pare? Sono contento che Ferraguti faccia riferimento a ricerche scientifiche che sostengono una posizione alternativa perché permette di evidenziare un fatto molto triste. Tutte le riviste scientifiche rifiutano qualsiasi articolo che non fa riferimento alla teoria di Darwin come unica possibile certezza dell’esistenza della vita e del suo sviluppo sulla terra, questa si chiama censura. Non vengono prese in considerazione nemmeno le posizioni discordanti. Gli antievoluzionisti sono costretti a pubblicare in riviste creazioniste che sono “peer reviewed”. Articoli e pubblicazioni che confutano l’evoluzione abbondano. Gli evoluzionisti si confutano a vicenda. C’è chi sostiene che l’uccello si sia evoluto dai dinosauri (teoria cursoriale) e chi crede che l’uccello discenda da qualche animale (teoria arborea – non dinosauro) da volo planante (come il paleo-ornitologo e evoluzionista A.Feduccia). Il cromosoma Y dell’uomo è più simile a quello del gorilla rispetto allo scimpanzé, nonostante l’antenato comune sia del scimpanzé che dell’uomo si sia diviso molto prima dal ramo che ha portato al gorilla. Questo ci dice che il modello evoluzionista non funziona perché dovremmo essere più simili allo scimpanzé! Lo studio della microbiologia sul DNA nega regolarmente l’evoluzione. Gli antievoluzionisti sarebbero antiscientifici secondo Ferraguti, perché “negano i portati della scienza generalmente condivisi?” Da quando prendere una posizione contraria alla teoria scientifica dominante rende uno antiscientifico de facto? Allora Darwin sarebbe stato antiscientifico perché è andato controcorrente alla posizione creazionista dominante dei suoi tempi. Galileo sarebbe antiscientifico. La scienza non ha forse fatto progressi proprio perché uomini di scienza nel passato hanno avuto il coraggio di confutare la posizione dominante? Dove saremmo in un mondo che non permette il confronto? Si ripeterà la situazione che si è presentata all’università di Bergamo nel 2009 quando la nostra Associazione Italiana Studi sulle Origini aveva organizzato un dibattito e poi la nomenclatura evoluzionista ha troncato l’evento. Chi vuole vivere in un mondo dove uno non è libero di esprimersi diversamente? Secondo Ferraguti Keplero, Pascal, Faraday, Newton, sarebbero tutti antiscientifici perché erano creazionisti? La nostra Associazione Italiana Studi sulle Origini collabora regolarmente con diversi scienziati validi a livello internazionale. Chi ha mai detto che l’antievoluzionista non crede che la vita abbia una storia, che i dinosauri non siano esistiti? Di nuovo quell’avversario di comodo! Accettiamo pienamente una storia della vita e adirittura anche i dinosauri. Semplicemente la spiegazione è un’altra! Per i dinosauri che si evolvono in uccelli ed essere imparentati ai scimpanzé, Ferraguti deve semplicemente leggere le riviste evoluzioniste che li confutano, come Feduccia che confuta gli uccelli evoluti da dinosauri. L’uomo ha la stessa emoglobina dei lombrichi, perciò forse siamo imparentati ai lombrichi dopotutto! Il nostro lisosoma è più simile a quello delle galline rispetto al scimpanzé, questo ci rende forse parenti di un pollo? Non solo la musica e la scrittura hanno prodotto capolavori senza riferimenti all’evoluzione, ma anche la scienza progredisce senza considerare l’evoluzione: “In realtà, negli ultimi 100 anni, quasi tutta la biologia si è avanzata indipendentemente dall’evoluzione, eccetto la biologia evolutiva stessa. La biologia molecolare, la biochimica, la fisiologia non hanno a fatti considerato l’evoluzione.” (Dr Marc Kirschner, presidente fondatore del Reparto dei Sistemi Biologici, Harvard Medical School, The Boston Globe, 23 Ottobre 2005.)”

Si pone un nuovo quesito: il neodarwinismo sostiene che nuove informazioni genetiche foriere di maggiore complessità nascano da mutazioni positive. Ad oggi quali sono gli esempi più importanti a sostegno di questa spiegazione?

“Sono rimasto sorpreso nel leggere che Ferraguti parli di selezione naturale in grado di selezionare le mutazioni. Mi sembrava fosse una cosa conosciuto da tutto il mondo scientifico che la selezione naturale non può agire direttamente sul genotipo, ma solo sul fenotipo. Non solo il progetto ENCODE ha completamente confutato il concetto fondamentale per l’evoluzione, che il DNA spazzatura non esiste, ma che addirittura il 95% delle trascrizioni funzionanti non indicano alcuna evidenza di pressione selettiva. (Encyclopedia of DNA Elements pilot project, Birney, E., et. al., Identification and analysis of functional elements in 1% of the human genome by the ENCODE pilot project, Nature 447: 799–816, 2007.) Mutazioni non vengono conservate dalla selezione naturale: mutano con un andamento medio. L’evoluzione necessità matematicamente di DNA spazzatura, insistendo che il 97% è non-funzionante, cioè spazzatura. Il progetto ENCODE ha scoperto che più del 98% è funzionante e le parti non codificanti sono addirittura più importanti, così crolla anche questa icona dell’evoluzione. Quando Ferraguti parla dell’evoluzione degli spinarelli è interessante che per la sua dichiarazione “Alcune di queste varianti genetiche erano già presenti nelle popolazioni ancestrali”, perciò cosa centra l’evoluzione? Per quanto le “mutazioni nuove”, l’antievoluzionista non nega l’esistenza di mutazioni, solo il fatto che queste aggiungono nuove funzioni, perché i spinarelli sono rimasti spinarelli! Come i fringuelli possono produrre nuove specie di fringuelli e zanzare nuove specie di zanzare (esempio del Culex molestus nelle gallerie del metro di Londra che sono rimaste isolate dalla popolazione parentale in superficie (Culex pipiens), ma sono sempre rimaste zanzare!)”

L’ultima domanda posta è la seguente: a che punto possiamo dirci nella ricerca del noto “anello mancante” tra uomo e scimmia?

“E’ vero che si scoprono nuove presunte forme intermedia fra Homo sapiens e i suoi presunti antenati (non ogni giorno come propone Ferraguti), ma è anche vero che uno dopo l’altro vengono scartati come frode o riclassificati come specie di scimmia o semplicemente come umani. Esempi sono: Ramapithecus (struttura dentale identica al babbuino moderno), Australopithecus (Lucy – era una specie di scimpanzé nano e non nostro antenato, Charles Oxnard: professore di anatomia ed eminente esperto sui fossili australopiteci, The Order of Man: A Biomathematical Anatomy of the Primates, 1984, p. 332.), Hesperopithecus (dente di un maiale), Eoanthropus (L’uomo di Piltdown – una frode). Forse Darwinius masillae (Ida) sarebbe una di queste forme di transizione? Soprannominata ‘l’8° meraviglia’, ‘il santo Graal dell’evoluzione’. La famosa voce dei documentari della BBC Sir David Attenborough ha dichiarato: “Questa piccola creatura ci mostrerà il nostro legame con il resto di tutti i mammiferi. L’anello che finora si diceva fosse mancante… ora non manca più.” Invece solo 3 mesi dopo anche Ida finisce nel cestino degli antenati dell’uomo. Gli anelli mancanti fra ogni specie di animale, insetto e pianta o chiamiamoli forme di transizione, semplicemente non sono sostenute dalla paleontologia come confermato anche da Stephen Gould, massimo esponente evoluzionista: “L’estrema rarità di forme di transizione nella storia dei fossili persiste come segreto del mestiere della paleontologia. Gli alberi evolutivi che abbelliscono i nostri libri di testo hanno dati solo alle punte ed i nodi dei loro rami; il resto va inferito, per quanto sia ragionevole, non risulta dall’evidenza dei fossili.(Evolution’s Erratic Pace, Natural History, 86(5):14, May 1977.) “

A cura di Andrea Carbone tratto da:

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Selezione Naturale, un’idea “presa in prestito” da Darwin


Molti considerano il libro di Darwin “Sull’origine delle specie” come un suo capolavoro originale. Da quest’opera, e dal concetto della selezione naturale che in essa viene presentato, nasce quello che poi si svilupperà nel neo-darwinismo, meglio conosciuto come “teoria dell’evoluzione”. Pochi però conoscono la vera storia che ha fatto nascere la teoria della selezione naturale come meccanismo della diversità delle specie, e ancora meno conoscono i veri autori di questa teoria. Per questo motivo rimarranno sorpresi a scoprire che non era un lavoro originale di Darwin, perché altri ci erano già arrivati prima di lui. Si evince dalle lettere agli amici che Darwin si riferiva al “suo” concetto dell’evoluzione per selezione naturale come suo “figlio”, ma in realtà l’avrebbe dovuto chiamare un suo “figlio illegittimo”.

 

Una dei primi accenni alla teoria della selezione naturale si trova fra le pagine del libro scritto dal nonno di Charles Darwin, Erasmus Darwin, che nel 1794 pubblicò Zoonomia. Charles Darwin prese quasi ogni argomento ed esempio presentato in questo libro e li usò in Sull’origine delle specie pubblicato nel 1859. Erasmus Darwin era un libero pensatore ed umanista.

 

Di recente il Prof. Paul Pearson dell’Università di Cardiff ha trovato nella Biblioteca Nazionale della Scozia tre volumi del geologo scozzese James Hutton (1726 – 1797), scritte nel 1794, che non sono mai stati pubblicati, intitolati Una indagine sui principi della sapienza e del progresso della ragione, dal senso alla scienza e alla filosofia (An Investigation of the Principles of Knowledge and of Progress of Reason, from Sense to Science and Philosophy)1. Hutton ha dedicato un capitolo intero alla sua teoria chiamata “variazione seminale”2. Oggi Hutton rimane più noto per i suoi concetti di una terra vecchia che hanno fatto nascere il concetto dell’attualismo.

 

Altri autori avevano pubblicato articoli sulla selezione naturale molti anni prima di Darwin, come il medico William Wells (1757–1817, figlio di genitori scozzese ed americano) che scrisse nel 1813 (pubblicato solo nel 1818 dopo la sua morte)3. Nel 1831 il frutticoltore scozzese Patrick Matthew (1790–1874) scrisse Sul legname navale e sull’arboricoltura (On Naval Timber and Arboriculture), menzionando la selezione naturale nell’appendice. Egli dichiarò pubblicamente di avere preceduto Charles Darwin e si autodefinì nei suoi libri come colui che ha scoperto il principio della selezione naturale. Non sembra casuale che Wells, Matthew e successivamente Charles Darwin si siano formati nella città universitaria di Edimburgo, nota per le sue società scientifiche. Era anche la città di residenza di Hutton. Il Prof. Pearson insinua che dei concetti parzialmente dimenticate dai suoi giorni da studente sono tornati alla mente di Darwin mentre tentava di spiegare quello che osservava nelle varie specie durante il suo viaggio a bordo del Beagle3.

 

Probabilmente chi ha maggiormente influenzato Darwin è stato il chimico e zoologo inglese Edward Blyth (1810 – 1873), autore di tre importanti articoli sulla selezione naturale pubblicati ne La Rivista di Storia Naturale dal 1835 al 18374, prima che Darwin pubblicò L’origine delle specie nel 1859. Non esiste dubbio che Darwin conosceva bene questi lavori, perché l’Università di Cambridge possiede le copie personali di Darwin di questi articoli con gli appunti scritti di suo pugno nei margini!5

 

Alfred Russel Wallace (1823–1913), mentre viveva nell’Arcipelago Indo-Malese sviluppò indipendentemente una teoria dell’evoluzione quasi identica a quella di Darwin6. Nel 1858 mandò a Darwin una copia del suo manoscritto Sulla tendenza delle varietà ad allontanarsi indefinitamente dal tipo originario (On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely From the Original Type). Questa tesi sulla selezione naturale descrisse in forma completa quello che ora conosciamo come la teoria dell’evoluzione di Darwin7. La ricezione di questo manoscritto scoraggiò molto Darwin, ma spinto dai suoi amici Charles Lyell e Joseph Hooker, organizzarono una presentazione ‘congiunta’ fra Darwin e Wallace alla prossima convocazione della Società Linneana di Londra, il 1 Luglio 1858. Presentarono il lavoro di Wallace assieme a due articoli non ancora pubblicati da Darwin (un saggio del 1844 e una lettera del 1857 scritta ad Asa Gray). Questa fu una cosa molto scorretta, perché non fu presente Wallace e nemmeno avevano la sua approvazione perché lo fecero completamente alla sua insaputa. L’esistenza del manoscritto di Wallace costrinse Darwin ad affrettarsi a scrivere L’origine delle specie e a pubblicarlo il 24 Novembre 1859 per paura che Wallace facesse colpo nei giornali anticipandolo. Secondo Brackman “Wallace, non Darwin, fu il primo a scrivere la completa teoria dell’origine e della divergenza delle razze per selezione naturale… e fu derubato nel 1858 della sua priorità nel proclamare la teoria”8.

 

Dopo la pubblicazione de L’Origine delle specie nel 1859, Darwin fu accusato dai suoi contemporanei di non avere riconosciuto il suo debito a loro ed ad altri che avevano scritto sulla selezione naturale. A causa dell’aumento di questa pressione pubblica, nel 1861 si sentì costretto ad aggiungere un Profilo Storico nella terza edizione de L’Origine in cui ha fatto menzione di alcuni degli scrittori precedenti. Tuttavia questo non fu sufficiente a placare le accuse e in ogni successiva edizione il Profilo Storico assunse sempre più importanza, fino ad arrivare nella sesta edizione a menzionare 34 altri autori che avevano scritto precedentemente sull’origine delle specie e sulla loro diversificazione. Tuttavia le informazioni incluse su quanto avevano scritto furono molto vaghe e rimasero isolate dal testo principale. Darlington lo chiama “il racconto meno attendibile che sarà mai scritto”9. Anche il satirico inglese Samuel Butler, nel suo libro Evoluzione nuova e vecchia (Evolution Old and New) del 1879, accusò Darwin di aver disprezzato le congetture evoluzionistiche di Buffon, Lamarck e il nonno Erasmus.

 

Le accuse contro Darwin si sono perpetuate anche nei tempi moderni. L’eminente evoluzionista Loren Eiseley, Prof. Benjamin Franklin di Antropologia e Storia della Scienza all’Università di Pennsylvania, è d’accordo che Darwin ‘prese in prestito’ (potremmo dire plagiò) il lavoro di altri. Eiseley ha dedicato decenni a rintracciare le origini delle idee attribuite a Darwin. Nel suo libro del 197910 afferma che i principi del lavoro di Darwin, come la lotta per la sopravvivenza, la variazione, la selezione naturale e la selezione sessuale, sono tutte pienamente espresse nell’articolo di Blyth del 183511. Scrive che Darwin usò perfino espressioni tipiche di Blyth, parole insolite (come anastomosi) e frasi simili dopo che queste apparvero nell’articolo di Blyth del 1836, incluso l’uso di elenchi di animali in contesti simili12. L’audace lavoro di Eiseley ha incoraggiato altri evoluzionisti del secolo XX, come Darlington, ad accusare Darwin13. Facendo riferimento alla posizione coraggiosa presa da Eiseley, Hoyle e Wickramasinghe scrissero nel 1981: “Le prove non permettono altra conclusione che quella della voluta omissione [da parte di Darwin ndr] … un peccato di omissione molto grave che deve ancora essere redento dal mondo professionale della biologia”14.

 

È vero che nel suo libro Darwin fa riferimento a qualche comunicazione con Blyth riguardo al comportamento di qualche specie specifica15, ma come commenta Eiseley, Blyth viene riconosciuto limitatamente in un ruolo di tassonomo ed osservatore sul campo16. A questo punto viene da domandarsi il motivo per cui Darwin fosse così riluttante a riconoscere Blyth per gli elementi principali della sua teoria e a citare gli articoli di Blyth sulla selezione naturale. Si potrebbero proporre due motivazioni:

 

  1. Blyth era chiaramente cristiano e creazionista. Es: Blyth tratta il cambiamento stagionale della colorazione di alcuni animali come la lepre di montagna, che diventa bianca d’inverno. Egli dichiara che questi sono “straordinari esempi di progettazione che attestano chiaramente e vividamente l’esistenza di una grande onnisciente Prima Causa”17.Scrive che gli animali “manifestano un senno e una saggezza sovrumani, perché innati, e perciò impartiti da un Creatore onnisapiente18.
  2. Blyth giustamente considerò il concetto della selezione naturale come un meccanismo che eliminava dalla popolazione i malati, i vecchi e gli inadatti, come un fattore di conservazione e mantenimento del status quo. In altre parole, la speciazione non andava oltre la specie biblica. Diversi creazionisti come Blyth e William Paley ritenevano la selezione come un processo che sceglieva fra diverse caratteristiche, ognuna delle quali doveva già esistere prima di poter essere selezionata.

 

I libri di storia danno tutto il merito equivoco per l’idea dell’evoluzione tramite la selezione naturale a Charles Darwin. Uno studio più attento della storia ci porta presto alla conclusione che Darwin non fu né originale, né il primo a pubblicare un trattato sulla selezione naturale. Non si può neanche dire che sia stato più bravo degli altri a fare un buon marketing del suo lavoro, perché dalle volute omissioni di riferimenti ai precursori della sua teoria si rimane colpiti da un senso di malafede. Il fatto che fu proprio un creazionista ad essere il primo a documentare tutta la teoria della selezione conferma che questa sia in perfetta armonia con la rivelazione speciale della Bibbia nel racconto della Genesi. Va sottolineato che la selezione naturale, seppure un fenomeno vero, rimane impotente a generare le nuove informazione (genetiche) necessarie a produrre nuove caratteristiche. Quello che Blyth, Wallace e Darwin osservarono studiando le specie era che la selezione naturale poteva selezionare unicamente dalle caratteristiche già esistenti nelle specie. Un fatto confermato dal neo-darwinismo, in quanto la biologia molecolare non ha mai osservato la generazione di nuove informazioni genetiche, fondamentali per l’evoluzione di una specie in un’altra avendo caratteristiche completamente diverse. Non solo il “figlio” di Darwin era illegittimo, ma aveva anche molti padri!

 

Adattato e tradotto da Stefano Bertolini da un articolo di Russell Grigg, CMI. Rivisto da Geoffrey Allen.

 

1 Recensito da Paul Pearson in Nature 425(6959):665, 16 Ottobre 2003.

2 Secondo Pearson, Hutton usò il meccanismo della selezione per spiegare l’origine della diversità nella natura, anche se ha precisato di considerare l’evoluzione tra specie come una “fantasia romantica”.

3 Citato da Stephen Jay Gould in Gould, S., Natural selection as a creative force, The Structure of Evolutionary Theory, Belknap Press of Harvard University, Massachusetts, USA, p. 138, 2002.

4 Blyth, E., The Magazine of Natural History Volumi 8, 9 and 10, 1835–1837. La fonte: Bibliografia 5, Appendici.

5 Fonte: Bradbury, A., Charles Darwin—The truth? Part 7—The missing link, <www3.mistral.co.uk/bradburyac/dar7.html>, 30 Ottobre 2003.

6 Wallace considerava l’argomento già nel 1845 e pubblicò un articolo generale nell’ Annals and Magazine of Natural History, Settembre 1855. Vedere bibliografia 7, p. 78.

7 “Fu il concetto non ancora pubblicato di Darwin nei minimi dettagli, indipendentemente duplicato da un uomo che viveva in una capanna agli estremi confini del mondo.” Eiseley, L., Alfred Russel Wallace, Scientific American 200(2):80, Febbraio 1959.

8 Brackman, A., A Delicate Arrangement: The Strange Case of Charles Darwin and Alfred Russel Wallace, Times Books, New York, p. xi, 1980.

9 Darlington, C.D., The origin of Darwinism, Scientific American 200(5):61, Maggio 1959.

10 Eiseley, L., Darwin and the Mysterious Mr X, E.P. Dutton, New York, 1979, pubblicato dopo la morte dagli esecutori testamentari; da Eiseley, L., Charles Darwin, Edward Blyth, and the Theory of Natural selection, Proceedings of the American Philosophical Society 103(1):94–114, Febbraio 1959.

11 Bibliografia 10, p. 55.

12 Bibliografia 10, pp. 59–62.

13 Darlington, C.D., Darwin’s Place in History, Basil Blackwell, Oxford, p. 60, 1959.

14 Hoyle, F. and Wickramasinghe, C., Evolution from Space, Paladin, London, pp. 175–179, 1981.

15 Darwin, C., The Origin of Species, 6th ed., John Murray, London, 1902, pp. 21, 199, e 374.

16 Bibliografia 10, p. 52.

17 Bibliografia 4.

18 Bibliografia 4.