Una diretta su Youtube mostra i luoghi comuni e gli errori diffusi tra i sostenitori del darwinismo
Eccone una breve analisi
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Torniamo a parlare del libro di Gabriele Zuppa di cui ci siamo giò occupati su CS in Gli strani casi del Dr. Darwin e di Mr. Marx e in Come si fa scienza oggi? Per sentito dire, questa volt lo spunto viene dall’attenzione che gli è stata dedicata su un canale Youtube dedicato alla filosofia denominato Rick DuFer dal nome dell’ideatore Riccardo Dal Ferro definito su Repubblica “filosofo pop“.
La puntata intitolata “Recensione de “Gli strani casi del dr. Darwin e di mr. Marx” di Gabriele Zuppa” è del 17 gennaio 2016:
Riccardo Dal Ferro premette subito che il video è un “chiarissimo e limpido” invito alla “non lettura” del libro, affermazione in sé molto discutibile in quanto i libri vanno letti sempre, a maggior ragione quelli che sostengono tesi con le quali non siamo d’accordo altrimenti si fa solo apologia del pregiudizio. Dal Ferro spiega poi che si tratta di una “live” che avrebbe voluto non fare perché in genere ignora le critiche al darwinismo (vecchia abitudine dei darwinisti non parlare mai delle critiche), ma che si è deciso a realizzare perché dopo aver scritto del libro su Facebook molti sono intervenuti in difesa del lavoro di Zuppa, a suo dire, insultandolo. Purtroppo non è possibile constatare di persona il tipo di confronto di cui parla in quanto Dal Ferro ha rimosso la pagina perché “indecorosa”.
Successivamente lo stesso Dal Ferro ha scritto anche alcune righe di critica al libro di Zuppa su Bufale.net lamentando nella live che anche qui si è avuta una “caterva di critiche inutili e insulti”.
L’articolo è consultabile sulla pagina di Bufale.net ma la “caterva” di commenti e insulti si riduce a solo 4 interventi di cui due sono risposte dell’autore dell’articolo e di cui una su un refuso, come è possibile constatare dal seguente screenshot:
La “caterva” di insulti lamentata appare dunque un’invenzione, cosa che lascia perplessi.
Dal Ferro riferisce anche di critiche a lui mosse (non insulti) che non compaiono su Bufale.net e a questo punto non trovandone traccia non resta che pensare ad una rimozione dei commenti stessi, operazione in ogni caso scorretta per un sito serio.
Detto questo, Dal Ferro informa che alla live era stato invitato lo stesso Gabriele Zuppa che però ha in un secondo tempo declinato l’invito motivando tale decisione con la sensazione che lo stesso Dal Ferro cercasse lo scontro. Ma Dal Ferro è di un’altra opinione, secondo lui Zuppa avrebbe evitato di partecipare perché senza argomenti.
Ma perché mai Zuppa avrebbe dovuto sospettare che Dal Ferro avrebbe cercato lo scontro? Non so chi lo abbia consigliato in tal senso, ma a giudicare da un video pubblicato dallo stesso Dal Ferro una settimana dopo, il 21 gennaio, Zuppa aveva le sue buone ragioni. Nel video in questione si fa riferimento alla registrazione del 17 sul libro di Zuppa nonché al libro del filosofo Thomas Nagel “Mente e cosmo” e la parola insistita fino al parossismo per argomentare al riguardo è “stronzate“. Se questo è il modo con il quale da Dal Ferro vengono apostrofate le idee degli altri, tra cui quelle di un filosofo di rilevanza mondiale come Thomas Nagel, sembra proprio che Zuppa ci abbia visto bene ad evitare di presentarsi sul canale per la live. (Qui di seguito la “Storia universale delle stronzate”):
“Le stronzate sono ovunque, invasive, onnipotenti, onnipresenti…” sentenzia Dal Ferro nel video, evidentemente convinto che le sue affermazioni dovrebbero fare eccezione a tale onnipresenza.
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Ma veniamo alla critica che viene fatta specificamente al libro di Zuppa nella puntata del 17 gennaio, quando al minuto 11,00 circa Dal Ferro contesta la quarta di copertina del libro di Zuppa in cui si afferma:
La teoria dell’evoluzione di Darwin è un coacervo di contraddizioni che la invalidano.
Secondo Dal Ferro questa frase posta nella quarta di copertina che dovrebbe essere una “captatio benevolentia” (sic) anziché “benevolentiae”, errore ripetuto due volte, sarebbe un pugno nello stomaco per una persona che conosca un po’ di epistemologia. La cosa viene così motivata:
“il fatto che una teoria scientifica abbia delle contraddizioni non significa che essa non sia valida perché dire questo significa non aver letto o non conoscere, o far finta di non conoscere tutta l’epistemologia del ‘900 perché se noi leggiamo Kuhn, Popper, Feyerabend, potrei citarne altri cento, ci accorgiamo che una teoria è scientifica in virtù delle contraddizioni che vi sono al suo interno perché altrimenti dovremmo rigettare tutta la fisica quantistica e una serie di teorie che vivono delle contraddizioni in quanto le contraddizioni sono il luogo in cui altri contributi possono innestarsi per far progredire il discorso…”
Questo passaggio di Del Ferro appare davvero sorprendente, a suo parere una teoria è scientifica perché ha delle contraddizioni, il che equivale a dire che in assenza di contraddizioni non si ha teoria scientifica. Ma una contraddizione sarebbe in realtà fatale per una teoria che non può affermare contemporaneamente A = B e A ≠ B, infatti il citato Karl Popper pone come requisito per la “scientificità” di una teoria il criterio di falsificabilità, cioè il poter stabilire un fatto che se verificato possa contraddire e quindi invalidare la teoria stessa. Quindi il criterio di falsificabilità di Popper altro non è che una fatto che possa “contraddire” la teoria stessa e quindi non solo non è vero, come afferma Dal Ferro, che una teoria “è scientifica in virtù delle contraddizioni che vi sono al suo interno” ma semmai è vero il contrario, che cioè una teoria scientifica viene invalidata nel momento in cui si verifica un fatto che la contraddice.
Successivamente Dal Ferro torna sul rifiuto di Zuppa ad entrare nella diretta contestandogli di essere uno che usa toni polemici (evidentemente definire ossessivamente “stronzate” gli argomenti altrui non viene ritenuto polemico). Viene a questo punto da lui posta una seconda domanda a Gabriele Zuppa sull’affermazione che il libro sarebbe la prima vera critica concettuale alla teoria che ne farebbe un “fallimento di successo”. Da notare che la domanda che viene posta, dopo tale e non pertinente premessa, non è sul contenuto del libro ma inaspettatamente sul fatto che Gabriele Zuppa compaia nel Comitato direttivo della casa editrice del proprio libro. Ovviamente Zuppa è assolutamente libero di stampare un libro per una collana (animAMundi) della quale è nel Comitato direttivo, quindi cosa intende dire Dal Ferro? Quel che Dal Ferro vuol dire è:
“io mi chiedo, le riviste scientifiche, cioè coloro che si occupano di evoluzionismo, di biologia, di tutti gli argomenti che compongono il discorso sull’evoluzione non aspetterebbero altro che di avere qualcuno che abbia realmente l’intuizione che permette alla teoria dell’evoluzione, o a qualsiasi altra teoria scientifica, di fare un passo avanti, di venir criticata, falsificata…”
L’obiezione ancora una volta non è sui contenuti ma su aspetti inutilmente polemici, Dal Ferro non contesta le affermazioni di Zuppa ma fa un attacco ad personam.
Per Dal Ferro la pubblicazione su animAMundi nasconderebbe una volontà da parte di Zuppa di non confrontarsi, di non mettersi al servizio di chi nel campo ci lavora veramente. Un vero e proprio argumentum ad personam, niente più. Ancora più ad personam è la seconda ipotesi che Dal Ferro fa, quella sulla scelta della casa editrice, arrivando a tirar fuori il principe dei non-argomenti, il “gomblotto”, termine cacofonico che squalifica più chi lo usa che chi ne dovrebbe essere il destinatario. Dal Ferro riferisce al riguardo che in uno scambio con un utente, Zuppa avrebbe detto che la non pubblicazione su una peer review sarebbe più o meno motivata dal fatto che non esiste un’obiettività su certi argomenti. A questo Dal Ferro oppone ancora due volte la parola “gomblotto”, termine che a questo punto sono inutilmente andato a cercare sul dizionario filosofico.
Nessuna contestazione nel merito delle tesi di Zuppa, ma volendo soffermarci sull’immagine immacolata che Dal Ferro offre delle pubblicazioni peer review corre l’obbligo di far notare come una persona che vuole parlare in modo informato di scienza dovrebbe sapere che le peer review sono legittimamente criticabili. A farlo in modo molto deciso è stato nientemeno che il Nobel per la medicina del 2013 Randy Schekman che, come riportato ad esempio su Wired, ha affermato:
La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente…
Le principali riviste scientifiche internazionali – Nature, Cell e Science – sono paragonate a tiranni: pubblicano in base all’appeal mediatico di uno studio, piuttosto che alla sua reale rilevanza scientifica. Da parte loro, visto il prestigio, i ricercatori sono disposti a tutto, anche a modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una pubblicazione.
Argomento difficile da maneggiare quello della scelta di una pubblicazione o meno su una peer review, e soprattutto, si sottolinea, è comunque un argomento ad personam.
La terza domanda giunge finalmente sull’affermazione di Zuppa che la sua critica sarebbe la prima fatta “in questo senso”. A tale affermazione Dal Ferro risponde citando due critiche precedenti, quella di stampo metafisico e quella scientifica. Quella metafisica è il testo di Bergson dei primi del ‘900 che non supporta né il meccanicismo darwiniano né il finalismo, quella scientifica sarebbe nel fatto che tutta la biologia del ‘900 è una critica ai presupposti darwinisti, affermazione troppo vag per affermare effettivamente alcunché.
A questo punto Dal Ferro dice una cosa esatta:
il darwinismo, che è diverso dal neodarwinismo, sono soltanto due prospettive interpretative sulla teoria dell’evoluzione
Questa affermazione viene usata per contestare l’uso fatto da Zuppa come sinonimi di darwinismo, neodarwinismo ed evoluzionismo. Ma se Dal Ferro ha ragione nel distinguere il darwinismo dall’evoluzione, nella pratica i termini vengono spesso presi come sinonimi, un esempio è proprio l’articolo su Bufale.net al quale Dal Ferro ha contribuito e che non ha criticato per la confusione fatta:
Secondo Gabriele Zuppa «La teoria dell’evoluzione di Darwin è un coacervo di contraddizioni che la invalidano» […] Qualcuno potrebbe ripetere alcuni degli esperimenti che abbondano nella letteratura scientifica e tentare di falsificarli, sarebbe molto più convincente di mille bubbole pseudo-filosofiche. Oppure si potrebbe tentare di trovare anche solo un fossile “fuori posto”, che contraddice il modo in cui oggi noi datiamo i fossili, sulla base della loro posizione negli strati della crosta terrestre. Scoprire il fossile di un coniglio negli strati dove ci si aspetterebbe di trovare dei Dinosauri, per esempio, metterebbe KO due secoli di studi.
Il ritrovamento di un coniglio tra i dinosauri (nello strato del cambriano secondo la citazione originale di J.B.S. Haldane) di cui si parla nell’articolo di Bufale.net confuterebbe però l’evoluzione, non la teoria darwiniana, che è quello di cui si occupa Zuppa. Anche in uno dei due commenti in coda all’articolo viene affermata l’identità tra teoria dell’evoluzione e la sua spiegazione (che attualmente è il darwinismo):
La teoria dell’evoluzione è la teoria scientifica che spiega l’evoluzione, che è un fatto supportato da miriadi di evidenze…
A tale affermazione l’autore dell’articolo, Giovanni Pili risponde:
Sono rientrato apposta per correggere, perché effettivamente in quel punto faccio confusione. Grazie
Come può constatare Dal Ferro, se vuole correggere qualcuno può farlo subito rivolgendosi ai suoi amici di Bufale.net.
E finalmente, dopo quasi mezz’ora di monologo di Dal Ferro, si entra nel dibattito con i due esperti invitati, gli youtuber Dottor Wow e Zoosparkle.
(Continua…)
Di Enzo Pennetta
Siamo alle solite. Offese, cose scontate, aggressività, tecnica di distrazione, oserei dire tecnica del pagliaio per smarrire l’ago. SONO SEMPRE PIÙ CONVINTO ANTI-EVOLUZIONISTA. Grazie di esistere. Silvano da Gorizia. Viva la vera scienza.
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