Lev Tolstoj aveva le idee chiare sui naturalisti


Lev-Tolstoj

Mi giunge una email di Paolo Cioni che vi presento:

…ho trovato questo interessante spunto da Guerra e Pace (1869; Epilogo 2, cap. VIII) che ti sottopongo:

“ Soltanto nella nostra presuntuosa epoca di volgarizzazione del sapere, grazie al più forte strumento dell’ignoranza: la diffusione della stampa, il problema del libero arbitrio è stato portato su un terreno sul quale il problema stesso non può esistere. Nella nostra epoca la maggior parte dei cosiddetti uomini d’avanguardia, cioè una masnada di ignoranti, ha scambiato i lavori dei naturalisti, che si occupano solo di un aspetto del problema, per la soluzione di tutto il problema.

L’anima e la libertà non esistono, perché la vita dell’uomo si esprime attraverso movimenti muscolari, e i movimenti muscolari sono condizionati dall’attività nervosa; l’anima e la libertà non esistono, perché in una certa era siamo derivati dalle scimmie,-dicono, scrivono e stampano costoro, non sospettando neppure lontanamente che già migliaia di anni fa da tutte le religioni, da tutti i pensatori non solo è stata riconosciuta, ma non è mai stata negata quella stessa legge della necessità, che essi con tanto accanimento si sforzano oggi di dimostrare tramite la fisiologia e la zoologia comparata. Essi non si accorgono che la funzione delle scienze naturali in questo problema consiste solo nel servire da strumento per illuminarne un’aspetto. Giacché sostenere che, dal punto di vista dell’osservazione, ragione e volontà non sono altro che secrezioni del cervello, e che l’uomo, seguendo una legge universale, in un certo periodo che non ci è noto si sia potuto sviluppare dagli animali inferiori non fa altro che confermare sotto nuova forma la verità, riconosciuta millenni or sono da tutte le religioni e da tutte le teorie filosofiche, che dal punto di vista della ragione l’uomo è sottoposto alle leggi della necessità, ma non aiuta minimamente a risolvere il problema, che ha un altro e opposto aspetto basato sulla coscienza della libertà.

L’ipotesi che gli uomini, in un’era sconosciuta, siano derivati delle scimmie è altrettanto comprensibile quanto quella che gli uomini siano derivati in epoca ignota da una manciata di terra (nel primo caso la X è l’epoca; nel secondo, l’origine), e il problema in quale modo si concili la coscienza di libertà dell’uomo con la legge della necessità alla quale l’uomo soggiace, non può essere risolto con la fisiologia comparata e con la zoologia, perché nella rana, nel coniglio e nella scimmia noi possiamo osservare soltanto un’attività neuromuscolare, mentre nell’uomo oltre a un’attività neuromuscolare riscontriamo anche una coscienza.

I naturalisti e i loro seguaci, che pensano di risolvere questo problema, sono simili a stuccatori che siano stati incaricati di imbiancare un lato del muro di una chiesa e che, approfittando dell’assenza del direttore dei lavori, in un eccesso di zelo intonacassero anche le finestre, e le icone, e le impalcature, e i muri non ancora consolidati e si rallegrassero, dal loro punto di vista di stuccatori, perché tutto è riuscito ben liscio e uniforme.”

A presto

Paolo

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