Articolo tratto da: http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=84138&titolo=Complessita%27%20irriducibile,%20la%20sconfitta%20dell%27evoluzionismo
La teoria di Michael Behe non e’ mai stata realmente smentita
Complessita’ irriducibile, la sconfitta dell’evoluzionismo
L’esempio piu’ famoso e’ la trappola per topi
Sono passati 15 anni da quando Michael Behe propose sulla rivista Boston Review la sua teoria della complessità irriducibile poi presentata con maggiori dettagli ed esempi nel suo famosissimo saggio dal titolo Black Box di Darwin. Quanto esposto da M.Behe è divenuto poi, con la collaborazione del filosofo e matematico William Dembsky, uno dei punti fondamentali per la teoria del disegno intelligente (intelligent design). Tanti hanno provato a dimostrare errata l’idea di M.Behe, tra loro troviamo Jerry A. Coyne, Allen Orr, il famosissimo Russell F. Doolittle, Douglas J. Futuyma e altri, ma ad oggi ancora nessuno è riuscito a dimostrare che M.Behe non ha ragione. La complessità irriducibile spiega quello che è facile osservare in natura e cioè che il funzionamento di molti sistemi dipende da più parti che sono tutte indispensabili. La teoria dell’evoluzione non è in grado di spiegare i sistemi con complessità irriducibile che necessitano di progettazione. La definizione di M. Behe relativa alla complessità irriducibile è questa: «Un singolo sistema composto da diverse parti interagenti che contribuiscono alla funzione di base, e per il quale la rimozione di una qualunque delle parti causerebbe la cessazione del funzionamento del sistema». Anche W. Dembsky ha presentato una definizione precisa: «Un sistema che esegue una data funzionalità di base è a complessità irriducibile se comprende un insieme di parti ben assemblate, mutuamente interagenti, non arbitrariamente individuate tali che ciascuna di queste parti sia indispensabile a mantenere la funzionalità di base, e dunque originale, del sistema. Un insieme di queste parti indispensabili è noto come nucleo irriducibile del sistema». L’esempio più famoso per descrivere la complessità irriducibile è sicuramente quello della trappola per topi composta da soli 5 elementi: una tavoletta di legno, una piccola tagliola, una molla, una bacchetta metallica e un pezzo di formaggio per esca. La trappola per topi è molto semplice ma non ha nessun tipo di funzionalità se uno dei 5 elementi non vi fosse. La trappola non si potrebbe mai sviluppare a poco a poco; ecco alcuni esempi rintracciabili in natura proposti da M. Behe: la coagulazione del sangue, il sistema immunitario e il flagellum.
L’unica obiezione che ho letto da qualche parte, rigurdante la trappola per topi, è che la tavoletta potrebbe essere sostituita dal pavimento. Vi sembra un’obiezione sensata ?
Complimenti per il vostro lavoro !!
Vi seguo sempre con molta attanzione .
Piergiorgio Franceschini
Buongiorno, non conosco l’obiezione a cui lei fa riferimento, non cambierebbe nulla, i pezzi da 5 diverrebbero 4, la sostanza resterebbe. Grazie e buona giornata.
Io credo che i componenti resterebbero 5, non 4. Anche se non ci fosse la tavoletta, questa verrebbe sostituita dal pavimento, il quale, appunto, caratterizza il 5° componente.