TROVATA LA TEORIA UNIFICATA DA UN RICERCATORE SCONOSCIUTO FUORI DAL CIRCUITO ISTITUZIONALE ???


 

La teoria unificata dell’universo fisico e mentale è stata da me trovata ,per aver intuito un primo assioma corretto.

L’assioma fondamentale della conoscenza ,che è l’assioma della velocità di percezione dei giudizi.

Il giudizio scientifico universale, immutabile e necessario è il concetto di Socrate, giunto ai giorni nostri alla forma compiuta del giudizio sineterico, (l’identico col diverso).

-Intendendo per Essere identico a Sé medesimo, l’individuo-persona ,cosciente di se e formulante giudizi sulla percezione di esistere realmente in sé .

-Intendendo per essere diverso ipotetico ,l’esistere immaginario materiale ,come se fosse ,fuori di sé.

 

In matematica i teorema costruiti sulla  base di principi primitivi indimostrabili ma accettati come veri, giunge alle forme di costruibilità della conoscenza incompleta o indecidibile ,che noi chiamiamo sintetica e analitica.

Senza la mente sineterica ,che unisce i giudizi accidentali dei diversi con l’identico ,non avremmo mai la teoria, che consente di unificare i casi particolari dei fenomeni incompleti o indecidibili, in un quadro unico comprensibile.

Questa fino a  Newton è stata la scienza ,approdata ai giudizi sineterici galileani ,che indagano le cause visibili ,(l’identico), e gli effetti visibili,(il molteplice divenire degli effetti apparenti).

Poi la scienza moderna ha incontrato una difficoltà ,(fino ad ora insuperata) ,essendosi trovata a prospettare non più una sola unica teoria ,che per quanto incompleta o indecidibile era  stata  pur sempre unica fino a Newton.

Dopo la scoperta dei quanti invece ,la fisica classica si è trovata avanti due strade teoriche diverse e incompatibili.

-La fisica relativistica ,che spiega i fenomeni del moto visibile a partire dalle molecole, alle galassie e fino all’universo intero.

-La fisica quantistica che spiega altrettanto bene i fenomeni del moto invisibile a discendere dall’atomo ai quark.

A questo punto a me è stato evidente che ciò che divide l’interpretazione delle due diverse teorie, consiste della velocità di percezione dell’informazione ,che transita dal fenomeno alla mente.

Rispetto al nostro cervello e ai nostri sensi ,la distanza degli eventi invisibili minimi e degli eventi visibili

massimi varia secondo le regole della relatività di Einstein.

Ma rispetto alla nostra mente non è così neanche nel mondo grande dei fenomeni dei corpi visibili.

L’informazione una volta riposta in memoria .diviene conoscenza istantanea.

Ovvero se io studio diritto, geografia o matematica o fisica, alla fine degli studi tutta la matematica ecc. che conosco ,sta unificata nella mia memoria  tutta insieme. Saranno il cervello ed i sensi a richiedere qualche frazione di secondo per richiamare le nozioni diverse ,all’attenzione mentale istantanea ,e serviranno persino qualche ora di oratoria, per tenere una lezione agli studenti attraverso la propria voce.

Ma questa è solo la quantizzazione dell’informazione dei fenomeni unificati, che transita nel molteplice divenire diverso.

Ciascuno però conosce tutta insieme la propria disciplina ,riposta in memoria nella sua conoscenza personale.

Occorre tempo interiore cerebralizzato in sensazioni fisiche ,per rivisitare coscientemente la conoscenza continua della mente, trasferita ora in frattali di effetti diversi ,nello spazio tempo quantizzato esterno.

Avendo capito quindi, che la conoscenza nella mente supera la velocità della luce ,acquisendo una conoscenza sineterica tachionica,(istantanea).

E’ stato facile includere la fisica quantistica e la fisica relativistica nella mia nuova fisica tachionica , che include entrambe ,come suoi casi particolari.

Resta però il problema fisico dei sensi ,che sono allocati ad una grandezza scalare mediana tra il minimo esistere nell’atomo e l’esistere fuori dall’atomo, nelle galassie e persino nell’universo intero che è enorme.

Per questo motivo io indico la partenza del mondo esterno all’atomo ,nella molecola.

Do il tempo all’informazione di introdurre una relazione di significato all’ accelerazione relativistica ,che poi cessa repentinamente di manifestarsi in modo accentuato ,con corpuscoli di grandezza maggiore di una molecola.

La cosa più grande che si è potuta accelerare a velocità prossime a quelle della luce è stata infatti una molecola. Con corpi più grandi non si trovano mezzi ed energia a sufficienza . A tal proposito per me in tale direzione teorica di accelerazione relativistica, si va alla disintegrazione della materia e non più ad effetti relativistici concreti ,(super nova si ,buchi neri no) .

Vedi  nel sito http://www.webalice.it/iltachione ,altre spiegazioni in merito.

L’uomo che osserva i fenomeni al livello scalare al quale è posto il suo sistema dei sensi .

Quando osserva un atomo a partire dalla sua superficie elettronica, ma ancor meglio se parte dalla superficie della molecola e giunge fino alle dimensioni dei propri sensi , sta sicuramente nel mondo della fisica classica quando ne prende conto, come di una particella che si muove a velocità basse.

Se però le velocità del moto si approssimano a quelle della luce le cose si complicano . Poiché ogni osservatore posto in laboratori e condizioni diverse d’osservazione ,riceverà informazioni relative e diverse dalla particella in moto. Occorrerà allora operare matematicamente con le trasformazioni di Lorenz e la ri-normalizzazione, per stabilire un’unica realtà uguale per tutti gli osservatori ,che si trovano in laboratori e condizioni di moto diversi. Ovvero  per eliminare le risultanze assurde di quantità infinite per realtà materiali ,che per principio devono essere finite.. Si deve rinormalizzare la previsione di teoria che prevede quantità infinite per misure fisiche ,che risultano invece sperimentalmente finite.

Veniamo allora a dettagliare l’errore ,che si era introdotto nei giudizi analitici e sintetici ,nei secoli passati succubi di cattiva filosofia ,che ci ha condotto dal sofismo al relativismo attuale e che rende incompleta o indecidibile la teoria Standard ,impedendo la coniugazione di tutta la fisica in un’unica teoria.

Molto in breve.

Nella Magna Grecia ,ossia nell’Italia meridionale , il filosofo Parmenide ed il suo principale allievo Zenone,  pensarono che L’ESSERE reale ,era un essere invisibile, personale e auto cosciente di sé ,immobile, indiviso e indivisibile, completo e immutabile, necessario e universale. Pressappoco il dio cristiano incorruttibile.

Con una descrizione moderna possiamo dire , che occorre che questo Essere sia un software del tutto astratto e allogato in un solo punto geometrico a dimensionato cioè a spaziale e atemporale.

l’Essere spiegato come divisibile ed esteso nello spazio invece ,non solo non giungerebbe ad essere incorruttibile ,onnipotente ecc. ecc.. Ma se i suoi valori venissero pensati divisi e quantizzati  nel visibile hardware esteso nel vuoto. Neppure giungerebbe ad esistere con ragioni sufficienti .

Per esistere infatti non bastano ragioni sufficienti ,ma sono necessarie ragioni totali.

Se l’essere manca di una sola ragione non è in eterno. Non nasce . Quindi non è ,e non sarà mai.

La soluzione della mia teoria consiste infatti in un hardware  immaginario ,fatto anch’esso di teorema matematici astratti, che rappresentano la materia al cervello ed ai sensi ,come impenetrabile e solida ,solo secondo l’ ipotesi del programma di luce dei fermioni ,secondo il principio di esclusione di Pauli.

In pratica la materia vera non è costruibile ,perché non si possono dividere le qualità dell’Essere mentale , in una estensione spaziale reale ,pena la distruzione dell’Essere nel nulla assoluto , che  per  una logica fortunata  è assurdo e inesistente.

Pertanto il modello fisico della materia apparente è costituito con teorema di numeri immaginari, che simulano un vuoto finto ed un pieno finto ,complementari nel continuo dello spazio tempo.

Cioè l’hardware visibile è finto e non falso ma è vero proprio come teorema coerenti ma finti.

Finto non è dunque semanticamente un sinonimo di falso.

Il VERO ESSERE ESISTE; il Finto esistere è solo un pensato o un pensiero o un pensare dell’Essere.

Il nulla non è perché risulta falso. Questo è il terzo incomodo della logica, il nulla.

La logica va riformata dunque, come la matematica e la teoria standard ,con una nuova semantica.

La realtà è costituita nel VERO ESSERE mentale ,che include l’essere immaginario finto.

Così ho scoperto che la realtà è fatta di VERO e Finto. Il finto si divide in + e – ; 1 e 0 binari; pieno e vuoto ecc., ecc.,(tutti i contrari immaginabili).

 

Contemporaneamente in altra città della Magna Grecia, Pitagora descrisse l’essere visibile come avente come sua sostanza i numeri. Praticamente secondo i pitagorici esiste una natura astratta invisibile delle cose visibili. Ritenevano di conseguenza ,che il nostro mondo visibile è un’apparenza dei sensi ,che leggono teorema matematici ,raffiguranti materia finta.

Successivamente i discepoli di Pitagora cambiarono in parte questa idea ,sostenendo che i numeri erano modello dell’essere visibile. In pratica la stessa cosa detta peggio. Si prestava così il fianco ai sofismi verbalistici e senza sostanza semantica e logica. Ad aggravare la situazione ,secondo alcuni storici e critici filosofici ,gli eleatici stabilirono infine nel secondo periodo della loro scuola ,che la perfezione del loro Essere astratto era rappresentabile nella sfera.
Questo fu l’errore mortale.

Interpretare l’Essere come dotato di un raggio, divideva di fatto il punto  mentale unificato ,quantizzandolo nell’essere intermittente complementare dello spazio tempo materiale.

(Come fanno ora erroneamente le super-stringhe nella M-teoria ,riaprendo inutilmente in una lunghezza unidimensionale il quark puntiforme. Gli errori filosofici sono la morte delle cattive teorie).

Eppure la sfera invisibile fu  anch’ essa un concetto astratto della geometria in un primo commento , travisarla poi con una sfera solida materiale, significò confondere il punto matematico col punto materiale immaginario.

Ora ragionando noi sappiamo invece che nella geometria e nella matematica il punto è equipotente al segmento raggio ,e la sostanza di numeri ordinali continui è una astrazione al pari del modello di numeri cardinali quantizzati. Cambia solo la densità degli insieme continui e di quelli numerabili . Quelli continui sono fatti di transfiniti molto più densi e non sono numerabili con tutto l’insieme dei numeri interi Aleph-zero.

Sono però tutti insieme immaginari ,fatti di numeri immaginari.

CONCLUSIONI

Quando le quantità numerarie vengono attribuite a presunti oggetti fisici ,i numeri non rendono reale l’energia dell’universo nei corpi singoli ,poiché l’energia totale dell’universo rimane uguale a un bilancio di valore totale pari a zero. Gli addendi dell’addizione valgono dunque zero ,nel totale della somma = a zero.

Non nasce un dualismo reale tra realtà invisibile continua e teorema immaginari quantizzati visibili .

Sulla lavagna mentale i numeri estesi per ipotesi  ,sono gli stessi numeri astratti ,che vengono riposti continui in memoria ,dopo il sospendere della visione accidentale dello spazio tempo dell’ipotesi.

In modo improvviso invece ,abbandonando la via della verità, Platone ed Aristotele travisarono in dualismo reale ,fatto di due sostanze veramente opposte e diverse il visibile e l’invisibile. Invece  entrambi i due enti sono fatti di numeri ,ovvero l’invisibile ed il visibile sono fatti della stessa sostanza mentale.

In questo furono aiutati da Socrate stesso ,il quale dopo aver fondato il giudizio scientifico universale, necessario e immutabile abdicò dal destinarlo a conoscere l’invisibile Essere di Parmenide e non sistemò in accordo con esso il pensiero di Pitagora.

L’unificazione falli anche allora ,cadendo come ora ,in qualche cosa di simile alla matematica errata delle super-stringhe.

Questa della M-teoria risulta infatti una metafisica sbagliata ,perché individua nuovamente ragioni matematiche invisibili dei fenomeni visibili ma  non ammettendole come tali, continua a passarci dei teorema matematici ,per particelle fisiche.

Ancora si confondono il punto matematico col punto materiale.

Altrimenti si sarebbe chiarito che l’Essere di Parmenide è un punto mentale di conoscenza completa, ovvero un insieme intero e limitato e non infinito.

Ovvero con i vecchi concetti di limitato ed illimitato ,da me recuperati al vero significato semantico .

Ne deriva ,che l’invisibile è un punto mentale ,intero ,completo e quindi tutto limitato di, a, da, in, con, su, per, tra, fra  Sé nella Mente.

Mentre il visibile è invece lui ad essere l’ente immaginario dell’illimitato infinito potenziale o in atto, che tran-sfinisce nella rarefazione dei numeri primi, davanti, dopo e lungo di Sé nel cervello.

 

Si sarebbe così chiarito  anche  cosa è  l’essere apparente di Pitagora ,se non un insieme di numeri immaginari quantizzati inclusi nella mente dell’Essere di Parmenide ,quando questi pensa in Sé medesimo, come se fosse davanti, dopo e lungo la propria lavagna mentale ad ipotesi separate di parti diverse di Sé.

In breve un pensiero continuo visto quantizzato ,non è duale realmente ma rimane della stessa sostanza sia nello stato di numeri fermi ,che nello stato di numeri estesi in un moto immaginario.

Questa è la fisica quantistica in direzione dell’invisibile e la fisica relativistica in direzione del visibile apparente universo.

Manca però alla conoscenza del mondo scientifico istituzionale ,la filosofia giusta per riordinare l’interpretazione degli esperimenti noti, in una teoria del tutto completa e decidibile.

Si continua a prendere per reale il mondo dell’apparenza e addirittura ora si nega il mondo delle ragioni invisibili con accanimento ateo o agnostico.

Entrambe le due fisiche contrapposte sono però state da me riunite ora ,come casi particolari nella fisica tachionica. Ovvero nella fisica della conoscenza istantanea messa in memoria nel software mentale.

Pochissimi però sono stati informati fino a questo momento ,perché il mondo della scienza da sempre è ostile a ricevere qualsiasi idea ,da chi non è incluso nelle sue torri d’avorio.

Intanto la cosa per me è stata invece facile e agevole proprio perché non praticando il mondo accademico delle nozioni inattaccabili ,ho potuto lavorare senza pregiudizi e timori di essere deriso.

Mi è bastato  rimuovere il solo pregiudizio che il visibile è reale e l’invisibile è metafisico, ovvero inesistente.

IO HO CAPOVOLTO LA LOGICA APPLICANDO IL CONCETTO SINETERICO DI SOCRATE ALLE RAGIONI INVISIBILI DELLE CAUSE E DEGLI EFFETTI VISIBILI. IN QUESTO MODO IL MIO PENSIERO SINETERICO E ‘ DIVENUTO PIU VELOCE DELLA LUCE ,OVVERO TACHIONICO ED ISTANTANEO E AGISCE A DISTANZA.

E’ risultato COSI’ NUOVAMENTE COME NEL PENSIERO DELLA MAGNA GRECIA, che proprio il visibile è quasi inesistente ,essendo un leggero pensiero immaginato con i sensi e che l’invisibile è realtà mentale molto solida è consistente .

Facile a dirsi ma anche a capirsi, il continuo è più denso d’ informazioni del quantizzato.

Ai sensi sembra invece solida la materia e sembra inconsistente e nullo il vuoto.

In realtà l’informazione sineterica è transitività di ragioni verticali è converge all’invisibile.

Il vuoto è allora completamente pieno d’informazione super-continua e densissima.

VINCENZO

9 pensieri su “TROVATA LA TEORIA UNIFICATA DA UN RICERCATORE SCONOSCIUTO FUORI DAL CIRCUITO ISTITUZIONALE ???

  1. Per non confondersi ancora con la critica filosofica canonica ,che mise da parte l’eleatismo e il pitagorismo ,come sistemi interessanti e fecondi, ma irresoluti. Ricordiamo a noi stessi che quando li abbiamo studiati ci hanno influenzato con questo commento. Pertanto noi adesso portiamo dentro di noi delle obiezioni imparate a memoria dai nostri docenti, che ancora ora non conoscono le correzioni apportate dalla teoria unificata.
    Quindi noi stessi possiamo sentire erroneamente in noi ,non le ragioni nuove esposte nella teoria unificata ,ma le obiezioni vecchie ,imparate in tempi ormai superati da questo nuovo esame critico.
    Consiglio quindi di approfondire bene sul sito:http://www.webalice.it/iltachione e nell’ordine dei volumi numerati la nuova interpretazione coniugata ed unificata, rimanendo scevri dai pregiudizi di presunta già acquisita conoscenza del problema in esame. L’esame nuovo è vino nuovo e non va messo nella botte vecchia.

  2. Prove scientifiche dell’esistenza dell’anima e di Dio
    Commento di Russo Vincenzo su berlicche il cielo visto dal basso e su lettere al direttore del dottor Marco Biagini ,fisico del cern.
    La risposta definitiva sull’origine della vita mentale nell’ Io , è ora disponibile, mediante l’avvenuta scoperta della teoria unificata dell’Universo fisico e mentale. Tutta la teoria è disponibile per la lettura gratuita in rete ,digitando per la ricerca del sito , semplicemente :” il tachione il dito di Dio”.
    In breve detta teoria unificata dimostra che non esiste un universo fisico senza l’osservatore. Ciò significa che le ragioni delle cose e dei fenomeni visibili, sono ragioni matematiche invisibili . Ragioni che sono tutte incluse nella mente ,come un software in numeri continui ordinati in una lunghezza di Planck a 0 gradi K .
    Gli effetti di queste ragioni invisibili , sono visti nell’hardware cervello con costruzioni in teorema di numeri immaginari cardinali,che sono i nostri sensi ,(ossia teorema quantizzati nell’intermittenza quantistica dello spazio tempo apparente).
    La scienza galileana fino a Newton e Maxwel ha già corretto da secoli gli errori del dualismo platonico ed aristotelico,introducendo un pensiero sineterico coerente ,che da ragione delle cause e degli effetti visibili, secondo una transizione di ragioni orizzontali. Ora la teoria unificata applicando il pensiero sineterico anche alla transizione di fase tra numeri visibili e numeri invisibili, ha riscontrato che l’esistente software mentale è la ragione vera di tutte le rappresentazioni dell’hardware fisico cerebrale.
    Buona lettura su: http://www.webalice.it/iltachione .

    • Lo facciamo e anche tanto… sopra tutto con belle donne/ragazze, siamo famosi anche per questo, ci chiamano gli stani ragazzi, un bel gruppo goliardico di trombatori… si inforni e nel caso la possiamo prendere tra le nostre prede… sempre che lei sia “gnocca”.

  3. Sono vincenzo russo è voglio precisare che io non ho alcun rapporto con Elena la maleducata e con gli altrettanto stupidi ,che le hanno risposto per le rime.
    VI TRASMETTO UNA NUOVA MAIL SERIA E RESPONSABILE SULLA TEORIA UNIFICATA DELL’UNIVERSO FISICO E MENTALE:
    Fuori dai circuiti istituzionali ,trovata la teoria unificata, ,da un ricercatore solitario.
    La Via della Verità,(l’attuale teoria unificata),fu già trovata e poi smarrita nella Magna Grecia.
    Parmenide chiarì che l’Essere mentale Vero è puntiforme ,indiviso e indivisibile.
    Pitagora chiarì che il mondo materiale visibile è apparente è fatto di numeri.
    Poi i sofisti e gli atomisti ci portarono fuori strada.
    I primi fondando il relativismo delle opinioni tutte equipotenti,(un vero assurdo che nega la Verità, persino con le congetture).
    Gli atomisti capovolsero invece definitivamente il concetto di ciò che è reale e di ciò che è apparente, portando l’ipotesi di realtà sulla materia e negando persino come esistente il mondo mentale invisibile.
    In realtà la materia è invece una costruzione matematica coerente ma finta,(Un’ipotesi ipotetica deduttiva. Ovvero un’ipotesi valida solo nel proprio sistema assiomatico mentale).
    Pertanto i sensi e il cervello leggono come un hardware materiale ciò che è solo una simulazione matematica,(la materia).
    La mente è invece un reale e puntiforme software invisibile.
    Non è dunque più difficile di ieri trovare oggi la teoria unificata.
    Semplicemente oggi ci sono più opinioni e congetture sbagliate da abbandonare.
    Io l’ho fatto e unificando Parmenide con Pitagora ,ho confutato la via delle opinioni, ritrovando così la VIA DELLA VERITA’.
    LO RIASSUMO QUI DI SEGUITO :
    Parmenide intuì la non località delle particelle fondamentali, ponendo tutto nell’Essere puntiforme ,così come sta cominciando ad argomentare la fisica quantistica. Pitagora intuì che il vuoto primordiale non è affatto il nulla assoluto,(che resta un assurdo inesistente) ,ma è solo un mondo astratto fatto di numeri immateriali che rappresentano ipotesi materiali finte, che rappresentano la materia in teorema di numeri quantici, a contorno di punti spaziali virtuali.
    Come si può ben vedere dunque ,secondo questa rivisitazione della Via della Verità ,effettuata con la mia reinterpretazione riveduta e corretta,la teoria unificata ora c’è.
    Io l’ho trovata e non c’è più niente di utile nelle cose complesse ma sbagliate ,che attanagliano la teoria Standard indecidibile e/o incompleta e la successiva teoria delle stringhe.
    Ciò a cui si riferiscono ancora mplti scienziati ,sono dunque speculazioni irresolute e irrisolvibili ,che tentano invano l’estensione dell’attuale teoria standard che rimane incompleta e indecidibile.
    Bisogna abbandonarle dunque ,perché sono tutte ipotesi sbagliate.
    L’estensione della teoria standard è stata già trovata da me con il pensiero sineterico, ed è ora disponibile sul sito http://www.webalice.it/iltachione nel trattato : IL TACHIONE IL DITO DI DIO.

  4. Ho letto interamente l’articolo e, in buona parte, la presentazione del I volume dell’autore. In essa si afferma esplicitamente che, dal momento socratico in poi, “la via dell’opinione ha prevalso nella visione generale, come se fosse un sapere più elevato in moralità e in modestia presunte. […] Il sentimento di Socrate, che diceva di sapere di non sapere per umiltà, è stato travisato in una presunta asserzione filosofica di scetticismo, verso la conoscenza piena.” Questa è l’unica considerazione esatta che ho potuto ritrovare nel testo, partendo però dall’ incontrovertibile certezza di fondo che la pensabilità logica della realtà è una diretta conseguenza dell’ordine ontologico e strutturale della stessa, che presuppone la stessa mente umana come un sistema coerente e funzionante su una struttura criteriale precisa e definita. Quindi, se la realtà stessa è definita dalla logica attraverso le leggi fisiche in modo univoco, è logico affermare che essa sarà sempre la stessa per ogni mente che la pensa. Nell’articolo però si ritrovano concezioni differenti: si teorizza, concependo un insostenibile costruttivismo idealistico, che le idealizzazioni astratte del reale vengano concepite “a priori” dalla mente stessa e che le esperienze sensibili siano una loro diretta formalizzazione “a posteriori”. Si teorizza inoltre che i numeri e gli oggetti materiali abbiano la stessa validità ontologica e si postulano affermazioni indimostrate, peraltro di forte sapore metafisico, che vanno al di là del vaglio della controllabilità e che per questo non sono passibili né validazione, né di giudizio. E’ l’intero scritto a non risultare chiaro, poiché nel testo sono riscontrabili numerosi errori di concettualizzazione dei termini scientifici e della loro associazioni ad altri termini; il tutto caratterizzato da un antidefinizionismo che rende impossibile la concettualizzazione dei termini espressi nella presunta “teoria”. Da ciò emerge solamente l’ignoranza, da parte dell’autore, di grandissima parte della cultura scientifica e filosofica di cui intende ristabilire le basi. Se infatti egli avesse una conoscenza degli argomenti di cui intende trattare, e riuscisse inoltre a formalizzarne correttamente i concetti attraverso un’intelligenza razionale, non cadrebbe in errori quali equivalere ontologicamente l’ente materiale con quello matematico, giacché il secondo è una formulazione concettuale del primo che viene appreso col pensiero conscio e idealizzato astrattamente dallo stesso. Errori come farsi promotore di un costruttivismo che rende la materia dipendente dalla mente che la pensa, poiché è facile dimostrare, attraverso degli strumenti che ci permettono di oltrepassare il limite antropico dell’osservabilità umana nel mondo fisico, che la materia non soggetta alla comprensione dei sensi e del pensiero esiste di per sé, sussistendo da questi ultimi. Errori come invertire consequenzialmente l’esistenza della formalizzazione matematica e della materia fisica percepibile anteponendo la prima alla seconda, e non rendendosi quindi conto che sussiste fra queste la stessa relazione valida per il singolo ente materiale e il singolo ente matematico, già sopra esposta. Traendo quindi una conclusione, nella summa di tutti questi errori di concettualizzazione filosofica, è inutile affermare che in nessun modo una teoria con basi tanto inconcepibili quanto confuse non possa minimamente aspirare a riunificare l’intera conoscenza umana del reale e del pensabile. La conoscenza che ricercava Socrate, ma che non credeva di poter comprendere appieno esiste, ed è possibile, ma sicuramente non ha niente a che fare con questa accozzaglia di concetti indefiniti e intrinsecamente errati che si vuole definire “teoria”.

    • Direi che non le manca la presunzione della certezza… poco SOCRATICA.

      • Il fatto stesso che mi si imputi di avere presunzione è una conseguenza della convinzione comune che ho esposto nel commento precedente, e che per l’appunto ho ritenuto l’unica affemazione esatta: la via dell’opinione viene considerata moralmente corretta e si accusa di presunzione chi riesce a dimostrare la possibilità di raggiungere certezze assolute. Se da un punto di vista meramente psicologico si potrebbe dire che postulare l’impossibilità della conoscenza possa costituire il motivo fondamentale per cui non si riesce a raggiungerla, l’affermazione socratica del non sapere costituisce la rinuncia dell’uomo verso la consapevolezza della realtà, poiché essa rigetta sia le conoscenze intuitive apprese dai sensi a priori della postulazione di scetticismo avvenuta tramite ragione, sia la successiva possibilità di raggiungere gradi conoscitivi più elevati in conseguenza della continuazione della ricerca filosofica, la quale, attraverso la logica, riesce a ricondurre la tesi socratica all’assurdo. Se infatti si potesse esser certi di “sapere di non sapere”, allora sapremmo qualcosa in modo certo, e si cadrebbe nella contraddizione di essere certi di non conoscere la realtà, poiché per esserne certi si presuppone il sapere in cosa consista conoscere la realtà, e si afferma poi di non conoscerla, condizioni che non possono essere conciliate in alcun modo. Per questo la tesi socratica ha senso non se intesa come “tesi ultima”, ma solo se concepita come un momento di consapevolezza prima in cui ci si chiede in cosa consiste davvero la conoscenza, un “momento del dubbio” che inizia l’uomo verso la ricerca del metodo della verità. Se ho quindi affermato con certezza qualcosa, è solo perché posseggo la dimostrazione che riconduce tutte le altre tesi all’assurdo. Se ho affermato che la realtà ha una struttura ordinata è perché la materia, in ogni sua forma e nelle differerenti modalità in cui viene osservata direttamente, ha sempre una determinata definizione fisica che è la medesima di se stessa ed è differente da qualsiasi altra. L’avere una definizione fisica determinata, ovvero presentarsi sempre in una forma definibile e concepibile realmente, implica che questa definizione sia logica, non potendo essere definita diversamente.
        Se ho affermato che la realtà è pensabile logicamente è perché, sebbene non sarebbe possibile dimostrare la validità della logica all’interno del suo stesso sistema, non potremmo però seguire altro metodo che non faccia uso di logica, e se si volesse dimostrare la non-validità della logica non sarebbe possibile farlo perchè dovremmo basarci su criteri logici per dimostrare che questi stessi criteri non sono validi, data l’impossibilità di seguire altri metodi che non implichino la logica. E’ per questo che non mi si può imputare razionalmente la presunzione, visto che essa consiste nell’assunzione di verità che vanno al di là della possibilità di verifica, quando ho esposto e dimostrato le mie tesi. Se poi un uso cristallino della ragione vi turba emotivamente, questo è un altro paio di maniche…

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