Il sistema evoluzionista è un insieme di teorie naturalistiche, che hanno come retroterra, l’idea che le leggi della fisica siano immutabili e la materia indistruttibile, concetti tipici del panteismo. La materia, in qualche modo eterna, si sarebbe ad un certo punto addensata in un ristrettissimo spazio, non più grande di un pisello, per poi esplodere e dare origine ai vari tipi di atomi presenti nell’universo[1]. Questi atomi, semplicemente obbedendo alle loro intrinseche leggi e in circostanze particolarmente fortunate, avrebbero dato luogo all’universo che osserviamo, poi al primo essere vivente unicellulare (abiogenesi), dal quale si sarebbero poi sviluppate le varie specie fossili e viventi (evoluzione ).
Per quanto riguarda il mondo vivente, il modo che avrebbe permesso il dispiegarsi della varietà degli esseri viventi è quello indicato da Darwin (la sua teoria dell’origine delle specie), cioè la capacità intrinseca di variazione, seguita da mutazioni e selezione naturale.
Le teorie evoluzionistiche sopra menzionate hanno in comune quanto segue:
• Non richiedono l’esistenza di Dio che, se anche ci fosse, non interverrebbe nel processo.
• Hanno un principio di continuità, nel senso che il processo avanti obbedisce a leggi costanti della materia che non subiscono l’azione di forze esterne alla materia stessa.
In questa sua forma però, supponendo esclusivamente forze materiali, queste teorie sconfinano nel campo della filosofia , più precisamente nel materialismo. Così anche l’uomo diventa solo materia, solo un animale evolutosi per ultimo.
Il sistema creazionista è un sistema coordinato che si basa su presupposti diversi da quelli del sistema evoluzionista, a cui si contrappone. Il principio di partenza è che, al di sopra e al di fuori del creato, ci sia un Dio Creatore dotato di personalità ed onnipotente al punto che non ha plasmato la materia e nemmeno ha messo ordine nel caos primordiale, ma ha creato tutto dal nulla, operando per mezzo della sola parola[2].
Materia ed atomi, perciò, sono così perché Dio li ha voluti tali «nel principio»[3]. Anche la varietà degli esseri viventi non è stata causata da uno sviluppo, ma è stata una scelta iniziale del Creatore, adoperatosi non affinché da una specie se ne originassero altre, ma perché ciascuna si riproducesse «secondo la propria specie» e per mezzo dello specifico «seme» che ha «in sé»[4]. La presenza di Dio al di fuori e al di sopra del creato ha prodotto una discontinuità all’inizio, poi altre in seguito[5]. Nei Vangeli Gesù si dimostra la sua capacità di creare discontinuità (sanando i malati, risuscitando i morti, moltiplicandi i pani, comandando perfino ai venti) ed i cristiani vivono nell’attesa della discontinuità finale annunciata, quando Gesù tornerà e restaurerà la perfezione originaria del creato, smentendo l’umana convinzione che «tutte le cose continuano come dal principio della creazione» (2 Pt 3,4).
Molto importante per la teoria evoluzionisticaa è il concetto originario di Big Bang; secondo questa teoria, alcuni miliardi di anni fa tutta la materia dell’Universo era concentrata in un piccolissimo spazio, non più grande di un pisello. Si sarebbe allora verificata una “Grande Esplosione” (un “Big Bang”, per l’appunto), con l’espansione della materia e la formazione dei vari elementi chimici che costituiscono la Terra e i corpi celesti. Questa concezione non ha bisogno di presupporre un Creatore e consente di far risalire il tutto a cause puramente naturali e materiali.
Come per l’evoluzionismo anche in questo caso c’è chi cerca una conciliazione con la Bibbia sotenendo ad esempio che:
Ambedue parlano di un inizio.
Il Big Bang non dice nulla riguardo a ciò che c’era prima e perciò non esclude Dio.
Mentre per la creazione degli esseri viventi la Bibbia ci indica un’età di migliaia di anni, per la creazione della materia (e perciò anche per le rocce della Terra o della Luna) la Bibbia ci dice solo che è avvenuta «in principio».
Questi ragionamenti hanno una loro sensatezza e non stravolgono apertamente il testo biblico, bisogna però distinguere fra ciò che emerge da un’analisi interna del testo biblico e gli adattamenti che facciamo per rendere compatibile la Bibbia con la scienza prevalente del momento.
Il B.B., poi, sembra in declino, visto che la prestigiosa rivista New Scientist del 22/5/04 ha pubblicato una protesta firmata da 150 (centocinquanta) scienziati di varia tendenza e di tutto il mondo, in cui, fra l’altro, si afferma che: «La teoria del big bang dipende da un numero crescente di entità ipotetiche e mai osservate […] non può sopravvivere senza queste frottole […] Oggi praticamente la totalità delle risorse finanziarie e di sperimentazione nella cosmologia sono dedicate agli studi sul Big Bang».
Stando così le cose, non è avventato proporre che:
1) Il Big Bang è necessario agli evoluzionisti, i quali hanno bisogno di dare una qualche spiegazione sull’origine della materia e dei vari atomi.
2) Non contrasta esplicitamente con la Bibbia, ma è più compatibile col credere in un Dio filosofico che col credere nel Dio rivelato dalla Genesi.
3) Come Darwin cerca di spiegare l’origine delle specie attuali affermando che vengono da altre specie (spostando il problema anziché risolverlo), così il BB cerca di spiegare l’origine della materia sostenendo che viene da energia pre-esistente senza spiegarne l’origine.
4) Come per l’evoluzione della specie, il Big Bang è una teoria che si ritiene «certa» e sostenuta da «tutti gli scienziati»; questa certezza deriva dal fatto che ambedue le teorie sono imposte dogmaticamente e chi non le appoggia viene tacciato come a-scientifico.
5) La teoria del B.B. è la prima tappa del sistema evoluzionistico, a cui segue l’abiogenesi (origine della vita da materia inorganica) e l’evoluzione biologica (la trasformazione continua degli organismi poco complessi in organismi iper-complessi).
Per chi crede che Gesù abbia trasformato istantaneamente l’acqua in vino, abbia risuscitato il corpo in putrefazione di Lazzaro con una semplice chiamata e crede che Dio abbia creato tutto per mezzo di Gesù[7], è più facile e coerente credere che Dio abbia creato tutto per mezzo della parola (2 Pt 3,5), piuttosto che credere che abbia concentrato la materia in un piccolissimo volume, per poi dar origine a tutto facendolo esplodere; non si comprende come professori come Facchini o Franceschelli continuino a fare confusione e a mischiare il credo con una falsa scienza (Big Bang, abiogenesi, teoria di Darwin).
Sia il modello evoluzionistico sia il modello creazionistico si basano su atti di fede, nel senso che non possono essere dimostrati scientificamente, per cui vanno considerate dei meta o megasistemi di stampo filosofico. [6]
[1] Teoria del big bang.
[2] Bibbia, Gen 1; Eb 11, 3; 2 Pt 3,5-7.
[3] Bibbia,Gen 1,1
[4] Bibbia, Gen 1,11ss
[5] Per esempio alla cosiddetta caduta dell’uomo descritta nella Bibbia in Gen 3 e al Diluvio di Gen 6-9
[6] Bibbia, Eb. 11,3.
[7] Bibbia Gv 6,1-13; 11,43; 1,3-10.
risposte a BIOLOGI NEODARWINISTI e scienziati agnostici o atei.
RUSSO Vincenzo scrive:
ottobre 26, 2010 alle 12:16 pm
Tutte le teorie della scienza non sono conclusivamente galileane.
Altrimenti diventano leggi della natura e non sono più teorie.
Quindi le ragioni invisibili per essere ,sono molto più profonde delle cause visibili presunte ,e lo sono più importanti ,persino di quelle cause sperimentalmente verificate. Infatti ogni esperimento è vero solo fino a quando si ripete identico.
UN BRAVO DI SETTORE DUNQUE A RICHARD LEWONTIN biologo antievoluzionista.
La scienza è fede quanto la religione ,ma è difficile farlo ammettere. Eppure la teoria standard e la matematica stessa sono solo ipotesi ipotetico deduttive ,valide solo nel loro proprio sistema assiomatico.Vale a dire che sono incomplete o indecidibili. In pratica non sono false ,perchè sono ipotesi coerenti nel proprio sistema assiomatico. Con ciò non sono neanche vere però ,ma sono solo finte ed immaginarie costruzioni metali. Le congetture non sono invece nemmeno costruibili e quindi sono false.
Allora il mondo visibile è una costruzione mentale, realizzata con teorema coerenti ma finti.
Per concludere .A quale giudizi si devono sottoporre i concetti sintetici ed analitici per trovare le leggi naturali galileane visibili ed invisibili? Ovvero come si trova anche il perché dell’esistere ?
RISPOSTA : Con il giudizio completo della logica sineterica. Vedi sul sito http://www.webalice.it/iltachione ,soprattutto al volume V : “il tempo e il pensiero”.